giovedì 14 luglio 2011

L’aria paesana


Si spezza il sopore
della giornata vagamente estiva,
e uccelli bianchi cantano,
ma non si capisce quale melodia.
La malinconia è nei bicchieri, ma non sempre,
mentre la piazza ingombra di nulla
è il segno dell’inappartenenza naturale
a questi luoghi, a queste case,
a questi aspri toni dialettali.
La parola appare quasi straniera
agli occhi che scrutano,
avidi di notizie e banconote,
carichi di domande non espresse.
E ogni piccolo fatto quotidiano
è un avvenimento da ricordare:
un’ambulanza che passa, il profilo di un aliante,
un tuono, un’auto appena comprata,
la deiezione di un cane mai visto prima.
E quante volte si rimane la sera,
da soli a cinguettare,
ridendo dietro le persiane verdi
alle festose bestemmie degli operai.

Maggio 2011

1 commento:

  1. l'aria paesana è "pesante", tutto rallenta in una realtà placida, il tempo scorre senza scorrere e si sente anche muovere un solo filo d'erba...l'aria paesana è pesante da respirare per le anime fragili, perchè tutto ti tocca lentamente, non è che "arriva-prende-parte", ma arriva e si insinua costretta a viverla quell'aria, non puoi schivarla...c'è troppo tempo a disposizione e l'alternativa diventa quasi peccato...
    un saluto.

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